Hai dei documenti pubblici italiani da inviare in Bangladesh, ma non sai come fare per farli riconoscere dalle autorità di quel Paese? Ebbene, ammesso che non si tratti di documenti consolari, per farlo è necessario ricorrere ad una procedura di legalizzazione chiamata apostillazione, la quale è stata introdotta dalla Convenzione dell’Aja.
La Convenzione dell’Aja è entrata in vigore per il Bangladesh il 30 marzo 2025, dunque molto recentemente. A partire da questa data, ai fini del riconoscimento di documenti pubblici non consolari, l’apostillazione sostituisce la più complessa procedura di legalizzazione consolare, purché i documenti pubblici da far riconoscere alle autorità del Bangladesh provengano da un altro Paese, quale ad esempio l’Italia, per il quale la Convenzione dell’Aja è in vigore e purché quel Paese non abbia sollevato obiezioni all’adesione da parte del Bangladesh (nel corso di questa guida vedremo anche quali Paesi hanno sollevato obiezioni all’adesione alla Convenzione da parte del Bangladesh e cosa ciò comporta).
Ai documenti consolari non può applicarsi la procedura di apostillazione e, ove non siano esenti da legalizzazione, andranno legalizzati nazionalmente presso la competente autorità di uno dei Paesi presso il quale la rappresentanza consolare o diplomatica che li ha rilasciati è accreditata. Se non sono stati redatti in una delle lingue riconosciute di tale Paese, vanno anche tradotti in maniera ufficiale.
Tuttavia, è molto importante sottolineare che, se un documento consolare deve essere inviato ad un Paese Estero diverso rispetto ad uno di quelli per il quale la rappresentanza consolare o diplomatica è competente, non sarà possibile legalizzarlo nazionalmente poiché non sarà possibile autenticare la firma apposta sullo stesso. Le firme dei membri di una rappresentanza consolare o diplomatica, infatti, sono normalmente depositate solamente presso gli organi di competenza dei Paesi Esteri per i quali quella rappresentanza è competente. Questo significa che, se quello specifico documento non è esente da legalizzazione nel Paese Estero destinatario, sarà impossibile farlo riconoscere come documento pubblico consolare autentico.
Questa guida ti fornirà tutte le informazioni delle quali hai bisogno per poter apostillare documenti pubblici italiani destinati al Bangladesh (e anche qualche informazione aggiuntiva, quali, ad esempio, Paesi che hanno sollevato obiezioni all’adesione da parte del Bangladesh alla Convenzione dell’Aja, rappresentazione consolari e diplomatiche del Bangladesh in Italia e lingue riconosciute dal Paese). Se, a seguito della lettura di questa guida, avessi ancora domande, puoi contattarci per una consulenza telefonica gratuita di 15 minuti.
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L’apostille, in quanto procedura di legalizzazione, certifica che uno specifico documento è un atto pubblico firmato da un pubblico ufficiale, la cui firma risulta depositata presso uno specifico organo di competenza che possa autenticarla. Nel caso di documenti italiani l’autenticità dell’atto è certificata mediante l’apposizione di un timbro detto apostille.
Affinché un documento pubblico italiano possa essere autenticato mediante apposizione del timbro di apostille, deve soddisfare tutti i criteri indicati di seguito:
Una volta che il documento sarà stato autenticato tramite il timbro di apostille, esso potrà essere riconosciuto come atto pubblico in un Paese Estero, come il Bangladesh, per cui sia in vigore la Convenzione dell’Aja.
È bene sottolineare che l’avvenuta apostillazione del documento consente solamente di riconoscere il documento in quanto atto pubblico. Essa, tuttavia, non dà alcuna garanzia circa i contenuti riportati nel documento. Affinché il contenuto del documento possa essere riconosciuto dall’autorità destinataria, esso dovrà essere tradotto in una lingua riconosciuta dal Paese di destinazione, se non esente oppure emesso già in un formato che comprenda una di quelle lingue. Vedremo di più su questo nel paragrafo 8.
I documenti pubblici italiani destinati al Bangladesh (o a qualsiasi altro Paese per il quale la Convenzione dell’Aja sia in vigore) possono essere apostillati, in base al tipo di documento oggetto di autenticazione per apostille, dalla Procura della Repubblica oppure dalla Prefettura territorialmente competente per l’autorità che ha rilasciato il documento pubblico. Ci sono, però, due importanti eccezioni in termini di competenze territoriali:
1) I Notai, a differenza di altri pubblici ufficiali, possono operare su distretti riuniti che, generalmente, ricoprono i territori di competenza di più Procure della Repubblica. Questo significa che, di solito, la firma di un Notaio è depositata in tutte le Procure della Repubblica che rientrano in quel distretto riunito e l’atto può essere autenticato indistintamente in una qualunque di quelle Procure.
2) I pubblici ufficiali che operano direttamente per un’autorità centrale, ad esempio un Ministero oppure un’agenzia nazionale, possono avere la propria firma depositata presso tutte le Prefetture d’Italia. Questo significa che i documenti pubblici firmati da questi pubblici ufficiali potrebbero essere apostillati, in base alla loro tipologia, in tutte le Prefetture d’Italia.
Abbiamo parlato di differenze di competenza per l’apostillazione in base alla tipologia di documenti che è necessario far riconoscere. Analizziamole nel dettaglio.
La Procura della Repubblica può autenticare, mediante apposizione del timbro di apostille, documenti quali:
In generale è necessario rivolgersi alla Procura della Repubblica quando il documento pubblico in questione è rappresentato da un atto giudiziario oppure da un atto notarile.
Nel caso degli atti notarili è, inoltre, importante verificare che l’atto oggetto di autenticazione non sia stato emesso da un Notaio deceduto oppure in pensione. Laddove lo sia, l’atto non sarebbe più autenticabile poiché la firma non risulterebbe più depositata in Procura della Repubblica. In quei casi, per poter procedere con l’autentica è necessario richiedere una nuova copia dell’atto notarile presso l’Archivio Notarile di competenza presso il quale è stato archiviato, accertandosi del fatto che la nuova copia sia firmata da un funzionario che abbia la firma depositata presso una Procura della Repubblica (sarà, infatti, la firma di questo funzionario ad essere autenticata).
La Prefettura può invece autenticare, mediante apposizione del timbro di apostille, qualunque altra tipologia di documento pubblico, purché si tratti di documenti pubblici cartacei e firmati a penna da un pubblico ufficiale la cui firma sia depositata in Prefettura. Inoltre, il documento deve essere ancora in corso di validità e il nome del pubblico ufficiale firmatario deve indicato sul documento, per esteso e in stampatello.
Alcuni esempi di documenti autenticabili dalla Prefettura, mediante apposizione di apostille, sono:
Laddove avessi bisogno di consultare le procedure di apostillazione e legalizzazione in uso presso una specifica Procura della Repubblica o Prefettura, sul nostro sito trovi guide pratiche con molte informazioni per tutte le Procure della Repubblica e le Prefetture d’Italia. Per cercarle, puoi ricorrere al nostro motore di ricerca interno. In alternativa, puoi inviarci una e-mail a info@multilex.it e provvederemo ad indirizzarti alla guida appropriata.
Nel paragrafo 1 abbiamo visto l’insieme dei criteri che devono essere soddisfatti affinché un documento pubblico italiano risulti apostillabile. Alcuni documenti (atti privati, documenti pubblici privi di firma a penna, etc.) non soddisfano uno o più di quei criteri, dunque non possono essere apostillati. A volte, tuttavia, emerge l’esigenza di inviare documenti non apostillabili ad enti pubblici stranieri ed è necessario che vengano riconosciuti dall’autorità destinataria.
Nel caso tu debba inviare in Bangladesh un documento di questo tipo, è possibile richiedere all’autorità destinataria se è disposta ad accettare una copia conforme (altrimenti nota come copia autenticata) del documento, rilasciata da un Comune oppure da un Notaio. Se l’autorità destinataria è disposta ad accettare la copia conforme, è possibile farne rilasciare una e farla apostillare presso l’ente competente (in quel caso, ad essere autenticata è la firma del Notaio o del pubblico ufficiale del Comune che ha rilasciato la copia conforme).
La copia va apostillata:
In linea generale, un documento pubblico (salvo rarissime eccezioni, che non riguardano il Bangladesh) può essere autenticato mediante apostille esclusivamente da un’autorità competente del Paese in cui il documento è stato rilasciato.
Per verificare quali sono le autorità competenti per l’apostillazione in un certo Paese, è possibile consultare la pagina specifica per quel Paese sul sito della Convenzione dell’Aja.
Le autorità designate dal Bangladesh per l’apostillazione dei propri documenti pubblici possono essere consultate sul sito ufficiale dell’Aja.
I seguenti Paesi hanno mosso obiezioni all’adesione del Bangladesh alla Convenzione dell’Aja: Argentina, Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Paesi Bassi e Repubblica Ceca.
Questo significa che, se hai documenti pubblici del Bangladesh da far riconoscere in uno di questi Paesi, non potrai ricorrere all’autentica per apostille. In questo caso il loro riconoscimento potrà avvenire esclusivamente mediante l’esecuzione della legalizzazione consolare.
La legalizzazione consolare è un processo di autentica del documento in due fasi: una prima fase di autentica del documento da parte delle autorità nazionali del Paese che rilascia il documento (legalizzazione nazionale) e una seconda fase di autentica del documento da parte di una rappresentanza consolare o diplomatica del Paese destinatario che sia competente per il Paese di rilascio (legalizzazione consolare).
Questo significa che i tuoi documenti dovranno dapprima ricevere legalizzazione nazionale da parte delle autorità del Bangladesh e poi ricevere legalizzazione consolare da parte di una rappresentanza consolare o diplomatica che sia competente per il Bangladesh del Paese obiettore che deve ricevere il documento.
Nell’introduzione abbiamo menzionato i documenti consolari, spiegando cosa sono e chiarendo che la Convenzione dell’Aja non è applicabile ad essi. Abbiamo anche spiegato che, in assenza di esenzione, per il loro riconoscimento da parte del Paese destinatario, essi devono ricevere legalizzazione nazionale presso un’autorità competente di quel Paese.
Nel caso dei documenti consolari rilasciati dalle rappresentanze consolari e diplomatiche del Bangladesh in Italia, ai fini del loro riconoscimento da parte delle autorità italiane essi devono dapprima ricevere legalizzazione nazionale (questa procedura qui in Italia è definita anche legalizzazione prefettizia) presso una Prefettura di competenza.
Inoltre, se il documento non è stato rilasciato già in italiano o in un formato che comprenda anche l’italiano, esso andrà poi tradotto in italiano eseguendo traduzione giurata (o asseverata) in italiano.
La lista delle Rappresentanze Diplomatiche straniere in Italia presente sul sito del Ministero degli Esteri riporta tutte le rappresentanze consolari e diplomatiche del Bangladesh qui in Italia. In questa sede riportiamo le informazioni di contatto delle due rappresentanze consolari e diplomatiche più importanti, ossia l’Ambasciata di Roma e il Consolato Generale generale di Milano:
– Sezione consolare dell’Ambasciata di Roma
– Consolato generale di Milano
La festa nazionale del Bangladesh ricorre il 26 marzo. In questa data è possibile che le rappresentanze consolari e diplomatiche del Bangladesh eroghino i propri servizi in misura ridotta o non li eroghino affatto.
Dopo che un documento italiano sarà stato autenticato tramite apposizione del timbro di apostille, è presente un ultimo passo da compiere ai fini del suo pieno riconoscimento, ossia tradurlo in una lingua riconosciuta dalle autorità del Bangladesh, quale il bengali. Per stabilire in quale lingua debba essere presentato il documento per essere riconosciuto e quale modalità di traduzione sia richiesta, è sempre necessario rivolgersi all’autorità che deve ricevere il documento.
La traduzione può essere effettuata sia direttamente in Bangladesh (scelta che consigliamo perché, essendo la traduzione effettuata direttamente in Bangladesh, non andrà a sua volta autenticata ai fini del suo riconoscimento) che qui in Italia (scelta che sconsigliamo poiché, in base al tipo di traduzione richiesto, la procedura potrebbe diventare più lunga, più onerosa o entrambe).
Laddove la traduzione venisse effettuata qui in Italia, in base alle richiesta dell’autorità destinataria, è possibile effettuare una traduzione certificata oppure una traduzione giurata (o asseverata). Qualora l’autorità destinataria richiedesse specificamente una traduzione giurata (o asseverata), il verbale di giuramento della traduzione dovrà essere a sua volta apostillato ai fini del suo riconoscimento da parte dell’autorità destinataria.
Il nostro breve viaggio sulle procedure per l’apostillazione e la legalizzazione di documenti italiani destinati al Bangladesh giunge alla conclusione. Laddove avessi ancora domande su questo specifico argomento, puoi contattarci per sottoporcele! Il nostro team di professionisti altamente qualificati risponderà a tutte le tue domande. Possiamo anche occuparci della gestione totale o parziale di pratiche che riguardano documenti italiani destinati al Bangladesh (ad esempio, il loro rilascio, la loro apostillazione oppure la loro traduzione).Puoi contattarci anche direttamente da questa pagina cliccando sul tasto Richiedi un preventivo.
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